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Un approccio imprenditoriale alla professione del medico dentista

14.05.2023

Il concetto di professione medica è sempre stato per certi versi dibattuto o comunque si presta a interpretazioni differenti e che cambiano nel tempo, a seconda dello scenario economico. Il medico è certamente un professionista nel senso che mette a frutto la sua formazione, le sue competenze e la sua esperienza. Non è scontato chiedersi, in particolare in alcuni campi e alcune situazioni, se lo debba essere anche nel senso imprenditoriale del termine. Se cioè debba organizzarsi per svolgere la sua attività prestando una adeguata attenzione anche agli aspetti manageriali del suo lavoro.

Per gli studi dentistici la questione non è accademica. Il mercato ha visto la nascita di studi associati, cliniche e catene che si rivolgono ai potenziali clienti utilizzando approcci e tecniche che vengono direttamente dal marketing, se non proprio dalla pubblicità dei servizi di largo consumo. Indipendentemente dal livello qualitativo della nuova concorrenza, per gli studi di impostazione più tradizionale non considerare questo approccio nettamente imprenditoriale al settore dentistico comporta il rischio che il proprio messaggio di valore vada perso in mezzo ad altri più “rumorosi”.

Questo non vuole assolutamente dire che sia necessario stravolgere l’impostazione e anche il senso più profondo della professione medica. Il successo di uno studio dentistico sta sempre nella qualità del rapporto medico-paziente e dei trattamenti offerti, come è giusto che sia. Ma il cambiamento del mercato e anche in parte nell’atteggiamento dei pazienti potenziali, che sempre più percepiscono anche il trattamento medico come un servizio alla stregua di altri meno sensibili, portano gli studi dentistici a dover comunicare in maniera molto più chiara ed evidente i loro punti di forza, dall’ampiezza dell’offerta alla dotazione tecnologica passando, perché no, anche dalla convenienza economica.

In questo senso sì che la gestione di uno studio dentistico si muove – anche, non solo – in una logica imprenditoriale. E d’altronde uno studio dentistico è una micro-impresa di cui uno o più manager (i medici professionisti) devono coordinare la struttura, i fornitori, i collaboratori. Ma anche una parte più strettamente economica, in cui l’attività dello studio e il suo percorso di crescita si rapportano al controllo dei costi, alla massimizzazione della profittabilità e alla fattibilità economica dei trattamenti. Come accade nelle imprese di qualsiasi settore, anche lo studio dentistico dovrebbe affrontare questi temi utilizzando strumenti sia tattici (sconti, promozioni, iniziative speciali…) sia strategici, quindi legati alla soddisfazione complessiva e nel lungo periodo dei pazienti-clienti.

In tutto questo un software gestionale per lo studio dentistico ha un ruolo chiave perché dovrebbe integrare proprio gli elementi e le funzioni che servono per rendere più “evoluto” e dinamico il rapporto con i pazienti, come anche quelli che permettono di avere sempre sotto controllo le performance economiche dello studio e indicare in che direzione muoversi per migliorarle.

Per quanto riguarda il primo aspetto, l’approccio di fondo è portare alla comunicazione dello studio dentistico – che troppo spesso è ridotta al minimo indispensabile, anche per questione banalmente di tempo – gli elementi classici del Customer Relationship Management. Il paziente-cliente deve sentirsi seguito e informato anche oltre le visite in studio, attraverso i canali che la tecnologia mette a disposizione (app mobili, SMS, email, follow up dei trattamenti…). Questo anche perché sia ben compreso il valore dei servizi e dei trattamenti che lo studio offre.

Il valore di un software nella gestione economica è forse più evidente. Il suo scopo principale è dare in ogni momento una fotografia affidabile dello stato economico dello studio e anche indicatori previsionali che ne delineino la probabile evoluzione. Questo permette di prendere decisioni organizzative e di crescita dello studio stesso basandosi su dati reali e non su impressioni vaghe o, peggio, aspettative non concrete.